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Almeno una donna su dieci soffre di endometriosi: stime recenti evidenziano un’incidenza nella popolazione europea di circa il 10%, con 3 milioni di casi conclamati solo in Italia e con una forte sottostima dei casi reali, dovuta alle difficoltà insite nel processo diagnostico.
Tale patologia prevede che il tessuto tipico dell’utero, l’endometrio, migri – probabilmente durante le mestruazioni, risalendo le tube – e si radichi in altri organi.
A livello medico, esistono due tipologie di intervento: uno farmacologico a base di composti ormonali (es. contraccettivi orali) e l’altro chirurgico (laparoscopia), volto all’asportazione delle formazioni cellulari della patologia. Il sintomo prevalente è rappresentato dal dolore, le cui forti implicazioni psico-emotive possono condurre a stati d’ansia, depressione, problemi relativi all’immagine corporea e difficoltà circa la propria “femminilità”. Questi possono creare, a loro volta, tensione nelle relazioni sociali, affettive e lavorative ed avere effetti indesiderati sulla vita sessuale. In questo quadro, la dispareunia, cioè la percezione di dolore associato al rapporto penetrativo, è riscontrabile circa nel 40% dei casi ed è capace di produrre, in alcune donne, un progressivo ritiro dalla vita sessuale.
La vita di coppia delle donne affette da endometriosi, sembra essere permeata da un profondo senso di colpa e da grande sofferenza per il fatto di non riuscire ad avere rapporti fisici con il proprio partner, per non essere in grado di dare o ricevere piacere ed infine per l’impossibilità di poter generare un figlio. Nel caso in cui, invece, la donna non abbia una relazione, è possibile riscontrare spesso la paura di essere rifiutata e un sentimento di sfiducia nella possibilità di migliorare la propria qualità di vita.
In quest’ottica, il trattamento psico-sessuologico, tramite il superamento di diversi step terapeutici, si rivela essenziale nella riduzione o scomparsa della sintomatologia dolorosa.
Un ruolo fondamentale viene rivestito dal partner, che può mostrarsi collaborativo nella terapia di coppia, oppure, laddove ostacolante, essere utile a far emergere più chiaramente dinamiche relazionali importanti nell’insorgenza o nel mantenimento del sintomo stesso.
Diventano essenziali, quindi, la preparazione e la sensibilità dello psico-sessuologo nell’individuare il percorso migliore da proporre, nel costruire un trattamento “su misura” per la paziente. A tal proposito, dovrebbe essere compito dello specialista, centrare il focus sull’importanza di una sessualità appagante, aldilà del rapporto penetrativo in senso stretto, fornendo le possibili alternative comportamentali.
In conclusione, risulta fondamentale sottolineare l’importanza di una presa in carico della paziente a 360°, in un’ottica multidisciplinare che tenga conto dell’interazione reciproca e costante tra fattori organici, psicologici e sociali nella complessità della risposta sessuale e del sintomo doloroso.
Dott.ssa Elena Isola
Psicoterapeuta
Sessuologa Clinica